Diritti Umani 75: Nessuna celebrazione dell'anniversario a Gaza – CIDSE

Diritti Umani 75: Nessuna celebrazione dell'anniversario a Gaza 

Un blog di Josianne Gauthier, segretario generale del CIDSE

Pochi giorni prima del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ed esattamente due mesi dopo l'inizio di un nuovo capitolo nel conflitto israelo-palestinese, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha fatto appello all'articolo 99 contenuto nella Carta delle Nazioni Unite – una misura utilizzata molto raramente – per attirare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza su quella che considera una seria minaccia alla pace mondiale: l’intervento militare in corso da parte delle forze israeliane a Gaza. 

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e lo Stato di Israele condividono lo stesso anno di nascita, un momento importante per l’umanità e la pace, che consente alle persone di vivere in sicurezza e protette dal diritto internazionale. 

Il popolo di Israele soffre gravemente e le sue famiglie desiderano disperatamente ricongiungersi con gli ostaggi tenuti da Hamas a Gaza. Centinaia di famiglie continuano a piangere la morte del 7 ottobre e vivono nella paura e nell’insicurezza. Nel frattempo, gli abitanti di Gaza si trovano ad affrontare un numero crescente di vittime, sfollamenti forzati, bombardamenti quotidiani, compreso l’impossibilità di accedere a rifugi di sicurezza, mancanza di acqua, aiuti medici o umanitari, con crescente malnutrizione e fame. 

La terra grida dal profondo del suo grembo. La terra viene devastata e gli esseri umani vengono inghiottiti in una spirale di rabbia e violenza. Che speranza c’è per il futuro se continuiamo su questa strada? Dobbiamo rivendicare collettivamente la nostra dignità e umanità, superare la violenza, la vendetta, l’odio, l’orrore e ritornare agli ideali e ai valori di rispetto reciproco, giustizia, pace, riconciliazione e guarigione. 

Il recente appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco è una mossa coraggiosa. Alcuni lo hanno criticato come “nuovo basso morale”. Ciò fa sorgere la domanda: A quale moralità ci riferiamo se siamo tutti umani, meritevoli della stessa protezione e del diritto a vivere in pace? Come può essere immorale chiedere che la vita sia salvaguardata? È possibile perseguire la giustizia senza ulteriori morti? Possiamo cercare qualcosa di più grande, al di là della nostra immaginazione limitata, per trovare una via verso la pace? 

Quando i diritti umani e il diritto umanitario non sono più i riferimenti collettivi per tutti noi, i nostri rapporti reciproci sono veramente, profondamente feriti se non spezzati. Come rivederci e cominciare con un primo passo l'uno verso l'altro? Possiamo farlo semplicemente riconoscendo che siamo capaci di fare molto di più e che abbiamo delle responsabilità nei confronti di coloro che non impugnano le armi. Devono essere i primi a cui pensiamo. Meritano di vivere.  

Nelle parole di Papa Francesco alla COP28 del 3 dicembrerd, "Un mondo privo di preghiera pronuncerà molte parole ma, privo di compassione e di lacrime, vivrà solo di un materialismo fatto di soldi e armi.

Inoltre: "Davanti ai nostri occhi possiamo vedere come guerre e conflitti stiano danneggiando l’ambiente e dividendo le nazioni, ostacolando un impegno comune nell’affrontare problemi condivisi come la protezione del pianeta. Una casa è vivibile solo quando al suo interno regna un clima di pace. Così è per la nostra terra, il cui stesso suolo sembra unire la sua voce a quella dei bambini e dei poveri che gridano al cielo invocando la pace!".  

Nel celebrare il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dovremmo tutti unire le nostre voci per chiedere un cessate il fuoco immediato, la restituzione degli ostaggi e l’apertura delle frontiere agli aiuti umanitari come primo passo essenziale per riconquistare una dignità per tutti noi. . Non possiamo essere testimoni silenziosi di questo sviluppo morale e scrollarci di dosso le nostre responsabilità reciproche come famiglia umana.  



Immagine di copertina: marcia per il clima, Bruxelles, 3 dicembre 2023. Credito: CIDSE

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