L'impatto del land grabbing sui diritti umani, l'ambiente e le migrazioni – CIDSE

L'impatto del land grabbing sui diritti umani, l'ambiente e le migrazioni

Insieme ad altri membri CIDSE, FOCSIV (Italia) e Entraide et Fraternité (Belgio) sono attivamente impegnati nella lotta al land grabbing e denunciano questo fenomeno che si è protratto con la stessa intensità, se non maggiore negli ultimi anni, superando nel 93 i 2020 milioni di ettari di terreno sottratti alle comunità locali. le seguenti pubblicazioni:

“I padrone della terra – Rapporto sull'accaparramento della Terra 2021: conseguenze sui diritti umani, ambiente e migrazioni” ( Solo)
(The Masters of the Earth – Land Grabbing Report 2021: conseguenze su diritti umani, ambiente e migrazioni)

A quattro anni dalla pubblicazione del primo rapporto “Masters of the Earth”, questo nuovo rapporto mette in luce l'interconnessione del land grabbing con le crisi generate dal modello estrattivista, dai cambiamenti climatici alle migrazioni e agli sfollamenti, dalle disuguaglianze nella proprietà della terra allo sfruttamento indiscriminato e l'inquinamento della natura, dalla corsa alle terre rare essenziali per l'innovazione tecnologica, come il cobalto per le batterie delle auto elettriche, alla discriminazione di genere e allo sfruttamento del lavoro minorile.

Come descritto nel rapporto, l'accaparramento della terra e le crescenti disuguaglianze colpiscono le comunità più vulnerabili e fragili e pesano ancora di più su donne, ragazze e bambini, schiacciate da società patriarcali e tradizioni secolari di discriminazione. Il rapporto mette in luce anche le storie di resistenza dei popoli indigeni che difendono la loro terra e i loro diritti: qomen e uomini che dimostrano che la cooperazione internazionale è una necessità per un cambiamento radicale del sistema globale, verso una società più giusta, più giusta e più sostenibile.


“Insécurité foncière en RDC – L'accaparement des terres dans la provincia du Sud-Kivu : expériences paysannes” (solo FR) (Insicurezza della terra nella RDC – Land grabbing nella provincia del Sud Kivu: esperienze degli agricoltori)

Questo articolo è il terzo di una serie dedicata all'accesso alla terra, tema centrale di Entraide et Fraternité. Le prime due pubblicazioni erano dedicate all'insicurezza della terra in Madagascar (2018) e nelle Filippine (2019). Lo studio più recente, che si concentra sul Congo-RDC, fa anche parte di una riflessione trasversale sulla “decolonizzazione della conoscenza” avviata da un gruppo di ricercatori dell'Angaza Institute di Bukavu, in collaborazione con l'Università Cattolica di Lovanio.

Lo studio evidenzia che il land grabbing non è solo un ostacolo alla sicurezza alimentare dei contadini, ma anche la causa di altri problemi: i contadini vengono emarginati e sfruttati dalle élite locali, da attori potenti (compresa la chiesa locale) e talvolta da altri contadini.

Vengono esaminati tre casi concreti, accompagnati da una serie di raccomandazioni:
– annessione deliberata di tutta o parte della terra dei contadini (Mumosho);
– Esproprio in nome dell'interesse pubblico (Parco Nazionale Kahuzi-Biega);
– Condizioni ambigue e degradanti di accesso alla terra nell'ambito delle concessioni fondiarie detenute da proprietari privati ​​o dalla Chiesa locale.

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