Una revisione degli obiettivi climatici dei paesi che riflette i due pilastri della scienza e dell'equità rilasciati dalla società civile in vista della conferenza ONU sul clima a Parigi.
All'inizio di ottobre, un totale di paesi 146, che rappresentano quasi lo 87 per cento delle emissioni globali di gas serra, hanno presentato i propri obiettivi climatici alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Questi obiettivi climatici nazionali - chiamati Contributi determinati a livello nazionale o INDC - saranno la pietra angolare di un nuovo accordo globale sul clima da concordare a dicembre in una riunione delle Parti 196 che sono membri dell'UNFCCC.
Un nuovo rapporto, Fair Shares: A Equity Review of Social Society of INDCs mostra che c'è ancora un grande divario tra ciò che servirà per evitare i catastrofici cambiamenti climatici e quali paesi hanno avanzato finora. È una revisione indipendente, supportata da movimenti sociali, ONG ambientali e di sviluppo (tra cui il CIDSE), sindacati, fede e altri gruppi della società civile di tutto il mondo.
Misura la giusta quota che ogni paese dovrebbe avere nell'affrontare il cambiamento climatico a livello di responsabilità storica e capacità di affrontare il cambiamento climatico.
Il rapporto sostiene che mentre l'equità è un principio fondamentale nel processo delle Nazioni Unite per trovare un nuovo accordo globale sul clima, finora ai paesi è stato permesso di determinare i propri obiettivi su base puramente nazionale senza fare riferimento all'entità dello sforzo globale necessario o cosa è giusto Ci avverte che abbiamo anni 10 - 15 per implementare riduzioni significative delle emissioni per evitare che i cambiamenti climatici sfuggano al controllo.
Il rapporto afferma che tutti i paesi ad alta emissione dovranno fare di più per colmare questo divario di emissioni e ciò può essere fatto in modo equo. Gli emittenti più ricchi devono ridurre sostanzialmente le loro emissioni e devono contribuire a maggiori emissioni e azioni di adattamento da parte dei paesi più poveri fornendo ulteriore accesso finanziario e tecnologico.
Il rapporto raccomanda che l'accordo di Parigi fornisca un quadro in cui i governi fissano obiettivi in linea con l'equità e ciò che la scienza dice è necessario:
Per evitare un mondo di grado 3, i governi devono concordare obiettivi per ridurre le emissioni in 2025, 2030, 2040 e 2050, in vista di emissioni quasi zero entro la metà del secolo;
Dovrebbe includere un cambiamento radicale nel finanziamento internazionale del clima;
Dovrebbe creare un piano chiaro ed equo per colmare il divario in termini di emissioni attraverso una nuova azione cooperativa alimentata da un sostegno su misura da parte dei paesi sviluppati che sono i più responsabili.
L'elenco seguente include le organizzazioni globali e regionali che supportano questa recensione. Un elenco completo, comprese le organizzazioni nazionali, è disponibile all'indirizzo: http://civilsocietyreview.org/
ActionAid International
Movimento dei popoli asiatici sul debito e lo sviluppo
Climate Action Network Asia meridionale
CARE International
Centro di diritto ambientale internazionale
Christian Aid
CIDSE
Climate Action Network America Latina
EcoEquity
Friends of the Earth International
Confederazione internazionale dei sindacati
LDC Watch International
Oxfam
Pan African Climate Justice Alliance
SUSWATCH America Latina
Rete del Terzo Mondo
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